L’ambiente è al centro delle tematiche attuali in maniera sempre più significativa, anche a causa degli importanti fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti. La tecnologia si sta impegnando a tutti i livelli nel tentativo di migliorare le pratiche di consumo, anche attraverso l’introduzione di sistemi di raffrescamento tra gli impianti di condizionamento, non solo tra gli utenti privati ma anche tra le aziende, i cui i livelli di inquinamento sono ormai piuttosto elevati. Si tratta di scelte sostenibili che le aziende intendono operare per l’impatto sensibilmente ridotto che i raffrescatori presentano per l’ecosistema.
Tra i danni più importanti per l’ambiente provocati dai classici impianti di condizionamento ci sono quelli connessi ai liquidi refrigeranti. In questo approfondimento ne parliamo insieme e vi mostriamo perché la loro azione è così profonda sul pianeta e perché la prevenzione risulta, oggi, davvero indispensabile.
Il liquido refrigerante è una sorta di carburante del sistema di raffreddamento ed è composto da una serie di elementi gassosi che si trovano allo stato liquido. Il gas refrigerante è identificato solitamente con una sostanza alfanumerica che inizia per R. Il più comune è attualmente il gas refrigerante R410A, composto da R32 e R125, che hanno sostituito l’R22, noto per i suoi danni sull’ozono.
Ma non è il solo. Infatti la prima introduzione dei gas refrigeranti risale agli inizi del Novecento ma se agli albori si trattava di componenti naturali poco dopo, già a partire dal 1920 con l’utilizzo del protossido d’azoto nei frigoriferi, si vede la presenza di componenti inquinanti nei liquidi refrigeranti.
La conseguenza è stata quella di importanti danni per l’ambiente che hanno portato, a causa dell’alta applicazione dei liquidi refrigeranti in diversi macchinari (compreso ad esempio quello automotive), a una diretta correlazione con il buco dell’ozono.
Il liquido refrigerante permette di trasferire il calore da una sorgente calda a una fredda, processo che sta alla base anche dei condizionatori. Quando finisce necessita di essere ricaricato secondo una procedura di manutenzione ordinaria.
Il primo indicatore che porta a definire la necessità di questa operazione è la minore presenza di aria fresca che va verificata attraverso misuratori di pressione. Una procedura necessaria ad accertarsi che non siano presenti perdite di liquido refrigerante. Una volta accertata l’assenza di anomalie, basterà collegare l'impianto a una bombola contenente gas refrigerante e aspettare che i valori di pressione tornino alla normalità.
La dispersione di liquido refrigerante comporta un importante danno sull’ambiente dal momento che contribuisce alla presenza di gas serra nell’atmosfera, responsabili del buco dell’ozono e dei cambiamenti climatici ad esso correlati.
Non è un caso se, quindi, i gas refrigeranti attraverso cui viene prodotto il liquido refrigerante sono stati messi più volte al bando. Secondo un rapporto di Legambiente la situazione in Italia è particolarmente critica. La nostra nazione è, infatti, lo Stato europeo che presenta il maggior incremento di emissioni legate a GFC. Nel 2000 è stato registrato un surplus del +466% rispetto al 1990. Un dato che non si è arrestato nel decennio successivo il quale ha visto un +341%.
Gli effetti sono concreti anche per quanto riguarda la salute delle persone. L’inquinamento dato da liquido refrigerante influisce direttamente su problematiche di tipo dermatologico, compresa la comparsa di macchie scure e un maggiore invecchiamento della pelle. Non solo. È correlato a patologie respiratorie, rendendo ancora più importanti i danni provocati da malattie polmonari, ed è stata evidenziata persino una correlazione con problemi cardiovascolari, malattie renali e cefalee.
Cambiare abitudini si rivela indispensabile e in tal senso i Raffrescatori Flow rappresentano una valida alternativa ai comuni sistemi di condizionamento, dal momento che permettono di stare al fresco senza però incidere in maniera così consistente sull’ambiente e sulla salute.
Il principio che sta alla base dell’impianto di raffrescamento è molto diverso da quello del classico condizionatore. Sfrutta infatti l’evaporazione e vede l’aspirazione dell’aria calda tramite filtri intrisi di acqua fredda. L’aria viene restituita fresca, pulita, igienizzata.
I Raffrescatori Flow si basano secondo questa modalità di funzionamento e rappresentano un sistema all’avanguardia, economico ed ecologico, grazie a un impatto sull’ambiente decisamente più basso e per nulla negativo. Sono presenti sia in modelli fissi sia mobili, adatti, quindi, a qualsiasi tipo di spazio. Una soluzione concreta e positiva che permette di stare al fresco e respirare un’aria pulita senza per questo avere conseguenze negative sul mondo che ci circonda. Anche per le aziende italiane.